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Le lenti a contatto sono lenti sottilissime che vengono applicate direttamente sulla superficie oculare, per correggere i difetti visivi.

Consentono di migliorare la visione periferica, offrendo un campo visivo più ampio rispetto agli occhiali, infatti, non è presente l’effetto “bordo della montatura”.

Permettono di correggere ogni tipo di difetto visivo; sono specialmente indicate nella correzione dei difetti visivi elevati e delle aberrazioni di alto ordine (distorsioni visive), che si vengono a creare qualora la cornea sia irregolare, come nel caso del cheratocono o di altre patologie che inducono un’ectasia corneale. Nei casi di anisometropia, cioè quando è presente una differenza refrattiva fra i due occhi (differente valore del difetto visivo), la lente a contatto permette di eliminare il problema dell’aniseiconia (differente dimensione delle immagini retiniche) che si viene a creare con l’occhiale: azzerando la distanza apice corneale-lente, vengono rispristinate le condizioni ottimali per la fusione binoculare da parte del nostro sistema visivo.

 

Esistono diverse tipologie di lenti a contatto, classificate in base a:

- materiale utilizzato

  • lenti morbide: hanno struttura polimerica affine all’acqua (idrofila) con una percentuale che varia dal 36 al 74% per favorire una buona trasmissibilità all’ossigeno. Sono indicate nella correzione di difetti visivi medio–bassi e nei casi di astigmatismo regolare;
  • lenti semirigide gas–permeabili: hanno struttura polimerica dotata di silicone, fluoro e altri composti che permettono di trasmettere l’ossigeno alla cornea in maniera ottimale. Consentono di correggere ogni tipo di difetto visivo anche elevato e le irregolarità della cornea, come nel cheratocono o nelle anomalie corneali post trapianto (cheratoplastica) o post chirurgia refrattiva;
  • lenti rigide: sono costituite solitamente da polimetilmetacrilato di metile (PMMA), un materiale che offre un’ottima stabilità della lente sulla cornea, ma non permette la permeabilità all’ossigeno. Attualmente sono poco usate perché sostituite dalle lenti semirigide gas permeabili.

- geometria di costruzione

  • lenti sferiche, adatte alla correzione di miopia e ipermetropia;
  • lenti toriche, ottimali nella correzione dell’astigmatismo anche associato a miopia e ipermetropia;
  • lenti asferiche, utili nella correzione di astigmatismi irregolari (es. cheratocono);
  • lenti multifocali, utilizzate per correggere il difetto visivo per lontano e per vicino.

 

Oltre a correggere i difetti visivi, esistono anche altre tipologie di lenti a contatto:

  • lenti a contatto terapeutiche, che sono utilizzate per il trattamento di patologie come abrasioni corneali, nel decorso post operatorio di trattamenti laser corneali terapeutici e a scopo refrattivo.
  • lenti a contatto cosmetiche, che vengono usate prettamente a scopo estetico per variare il colore dell’iride. In alcuni casi hanno anche un effetto terapeutico: nei casi di aniridia (assenza dell’iride) o di albinismo (ipopigmentazione dell’iride e della retina), consentono di ridurre la fotofobia, modificando la quantità di luce che entra nell’occhio tramite un effetto foro stenopeico.

 

È possibile, infine, classificare le lenti a contatto anche in base al tempo di utilizzo:

  • lenti a contatto giornaliere: sono lenti usa e getta, non servono liquidi di manutenzione in quanto si sostituiscono con un paio nuovo il giorno successivo. Sono adatte per chi vuole provare per la prima volta le lenti a contatto, per lo sport e per chi non ne fa un uso costante tutti i giorni;
  • lenti a contatto quindicinali o mensili: vanno sostituite come indicato, anche se non si utilizzano tutti i giorni. Ogni volta che vengono tolte, è necessario effettuare la manutenzione mediante lavaggio, detersione e risciacquo, con il liquido consigliato dal contattologo, prima di essere riposte nel portalenti fino alla successiva applicazione. Sono indicate per chi le utilizza frequentemente;
  • lenti a contatto a sostituzione programmata: sono lenti a contatto che vanno sostituite con frequenza superiore ai 30 giorni (sostituzione trimestrale, semestrale, annuale). Ad ogni utilizzo va effettuata la manutenzione.

 

Ortocheratologia

Le lenti a contatto per ortocheratologia si utilizzano di notte per non portare gli occhiali o le lenti a contatto di giorno.

Il corretto apporto di ossigeno alla cornea, anche con la palpebra chiusa, viene garantito perché le lenti sono costruite con un materiale gas permeabile ad elevata traspirabilità.

La forma, con geometria a curvatura inversa, permette di rimodellare gradualmente l’epitelio corneale (curvatura corneale) durante la notte, in modo che, al mattino, una volta rimosse, sia possibile avere una buona visione.

L’effetto di rimodellamento della morfologia corneale può causare un aumento delle aberrazioni di alto ordine (astigmatismo irregolare, aberrazione sferica e coma) con conseguente riduzione della qualità visiva.

Con il tempo, i sintomi correlati alle aberrazioni tendono a diminuire grazie all'adattamento. Qualora non si raggiunga una visione soddisfacente, è opportuno modificare i parametri della geometria della lente a contatto. Nei casi più complicati, sarà necessario sospendere l’uso della lente a contatto.

I tempi di utilizzo della lente a contatto durante la notte, per ottenere una temporanea correzione del difetto visivo durante il giorno, dipendono dall'entità della refrazione di partenza e dalle caratteristiche individuali di deformabilità della cornea.

Il trattamento con ortocheratologia risulta essere transitorio e reversibile, quindi alla sospensione delle lenti a contatto si ritornerà alla condizione refrattiva di partenza.

La sicurezza per il portatore di lenti a contatto è garantita solo se si rispettano scrupolosamente le regole di utilizzo e di igiene, spiegate dal contattologo e dall’oculista, e se si effettuano i controlli periodici.

 

Complicazioni da lenti a contatto

Le lenti a contatto possono causare danni corneali attraverso:

  • infezioni, causate da una cattiva manutenzione o dall’uso di soluzioni inefficaci che causano la contaminazione della lente;
  • danno traumatico, per imperfezioni o rotture della lente o per l’infrapporsi, tra la lente a contatto e la cornea, di corpi estranei che alterano l’epitelio corneale con conseguente dolore, fotofobia, fastidio e senso di corpo estraneo;
  • ipossia,dovuta a una scarsa ossigenazione corneale, causata da un porto di lenti a contatto eccessivo, quasi sempre in concomitanza di una scarsa lacrimazione, che ostacola il movimento della lente a contatto sulla cornea e, quindi, la fornitura di ossigeno. In questo caso, viene rallentato il metabolismo corneale epiteliale, con conseguente alterazione della trasparenza.

Le “cheratiti da LAC” rappresentano la diretta conseguenza di un insulto corneale, che può risolversi senza esiti, dopo opportuna terapia antibiotica e antinfiammatoria locale, oppure provocare ulcerazioni corneali, la cui cicatrizzazione può comportare danni funzionali visivi irreversibili.

In tutti i casi è importante sospendere immediatamente l’uso delle lenti a contatto ed effettuare una visita oculistica urgente per instaurare la terapia corretta.

 

Conclusioni

Esistono diverse tipologie di lenti a contatto, che vanno scelte dall’oculista insieme al contattologo in base alla tipologia del difetto visivo, alla morfologia corneale, alla tipologia di lacrima e alle esigenze del singolo portatore.

Importante è l’accurata pulizia e la manutenzione attraverso gli appositi liquidi di mantenimento, la detersione e la disinfezione ai fini di evitare i rischi di infezione.

Si ricorda che, nei casi gravi di secchezza oculare, l’applicazione delle lenti non è consigliata. Il deficit del film lacrimale non consente una giusta mobilità della lente a contatto. Lo scarso ricambio delle lacrime comporta un minor apporto di ossigeno alla cornea, che deve essere idratata tramite l’uso di lubrificanti.

Non bisogna dormire con le lenti a contatto “tradizionali”, poiché, durante il sonno, diminuisce la lacrimazione e, di conseguenza, l’apporto di ossigeno alla cornea.

Se ciò accadesse è importante, prima di rimuovere la lente a contatto, instillare qualche goccia di lacrima artificiale per evitare danni all’epitelio corneale.

Le lenti a contatto consentono una maggiore libertà rispetto all’occhiale durante lo sport. L’utilizzo delle lenti a contatto in piscina e al mare non è indicato per il rischio di contaminazione; in tali casi, si possono indossare lenti a contatto giornaliere, che si devono gettare una volta usciti dall’acqua. Esistono, altrimenti, occhiali da piscina graduati, che correggono i difetti visivi per avere una buona visione anche durante gli sport acquatici.